“Sèmma tutt pramzàn – III – l’arpìcca”


Nella serata di venerdì 17 gennaio, nel Teatro del Convitto Nazionale, alle ore 20.00, all’interno della manifestazione “Notte del Liceo Classico”, la classe II liceo classico ha presentato l’esito finale del progettodi Dialetto Parmigiano dal titolo “Sèmma tutt pramzàn – III – l’arpìcca”, curato dalla prof.ssa Nicoli, con l’aiuto ed il supporto registico del Sig. Franco Greci, validissimo attore della Famija Pramzàna.

In esso i ragazzi si sono cimentati con la lettura di poesie e testi teatrali che in modo forte, spontaneo e genuino hanno contraddistinto la nostra storia.

Lo spettacolo ha concluso idealmente un percorsoche è iniziato tre anni fa.

 Se, come è giusto che sia, i partecipanti non sono che in piccola parte rimasti gli stessi, è rimasto, però, identico lo spirito che ci ha sostenuto. 

Infatti lo scopo era rinsaldare la nostra identità culturale per rendere trasparente e comunicativa la nostra storia e rafforzare la cultura dell’accoglienza.

 L’insegnamento e l’uso del dialetto parmigiano, come risultato della diversificazione delle lingue e delle “parlate”, tende a questo scopo.

Il processo di nascita dei nostri dialetti ha origini lontane che si perdono nei secoli. Il dialetto è l’espressione più immediata dell’identità di un popolo; esprime la storia, le radici culturali, il rapporto con il tempo e con il territorio.
I dialetti ci sono sempre stati e ci sono in tutte le lingue: è l’espressione vera del popolo vero; non è la lingua ufficiale né quella scolastica; è la lingua viva, quotidiana, diretta, espressiva di una popolazione e del suo territorio.

Oggi chi parla in dialetto lo fa per scelta, non per necessità: non può essere considerato un ignorante, ma è piuttosto una persona con una marcia in più rispetto a coloro che non conoscono nessun dialetto, essendo in grado di comunicare a suo piacimento in due codici diversi, anziché in uno solo…

Per conoscere ed apprezzare più profondamente la nostra realtà culturale anche a chi non è di Parma si è pensato che il modo più efficace fosse, quindi, quello di approfondire lo studio del dialetto parmigiano;la serata di venerdì 17 gennaio 2020ha visto la recitazione di poesie di due dei più grandi poeti in vernacolo della città: Zerbini (“L’Educassión” e “La gòssa”) e Pezzani (“La siora marchesa” e “I dan l’Otello”), così come la messa in scena di alcuni brevi e freschiatti unici (“La denuncia dei redditi”, “Prima e dopo il matrimonio”, “Tifosissimi”, “Pioggia di milioni”, “Al super-enalot”).

Ragazzi straordinari e, inutile sottolinearlo, fantastico il successo ottenuto.

 

“Sèmma tutt pramzàn – III – l’arpìcca”

Ultima revisione da CATALDO ROCCO RUSSO