Il Natale è arrivato anche al “Maria Luigia”
Al “Maria Luigia” c’è aria di festa!
Il Natale è alle porte e tutti gli “operatori della scuola” sono in fermento per far sì che il
Convitto, come ogni anno, faccia respirare a pieni polmoni lo spirito di queste festività ai suoi studenti. Studenti che, pur vivendo quotidianamente il bello di questa struttura, non possono fare a meno di ammirare l’arte del fare, del costruire, del mettere in risalto le proprie doti creative, che alcuni componenti del “Maria Luigia” mettono a disposizione del Convitto per rendere davvero magico il Natale. Basta arrivare all’ingresso, alla soglia dellaportineria per rimanere letteralmente estasiati dalla magnificenza dell’albero di Natale, frutto dell’estro della collaboratrice scolastica Rosaria Bellucci.
Non c’è anno che la signora Bellucci non doni ad allievi e personale scolastico la bellezza di un albero realizzato ad hoc in ogni singolo dettaglio. Del resto, non può essere altrimenti se pensiamo che non c’è addobbo che non sia stato creato dalle sue sapienti mani. Ogni addobbo ha la sua firma e ogni singolo pezzo (scrivere “pezzo” mi sembra quasi un insulto!) è stato realizzato con materiale del tutto riciclabile.
Avete letto bene! Riciclabile!
Ogni singola decorazione è stata prodotta con libri usati, palline di Natale riciclate, strass, pizzi, merletti, cordoncini colorati, pupazzetti che sono stati o possono essere del tutto riutilizzabili. E pure i fiori! Ce meraviglia i fiori realizzati con la carta crespa o ricavati da libri! Libri, carta, pizzi e merletti prendono vita e danno voce al Natale grazie alla straordinaria fantasia di Rosaria che, ogni anni, con infinita pazienza e ore e ore di lavoro si attiva per rendere davvero magico il nostro Natale.
Ma il Natale al “Maria Luigia” non si ferma all’ingresso, non si ferma alla portineria perché, appena entrati in Convitto, sono necessari pochi passi per poter ammirare il meravigliosoPresepe realizzato dall’educatore Giuseppe Scarpino.
Non c’è anno che quest’educatore, non ci richiami, non ci inviti, non soltanto alla tradizione ma anche ad afferrare, ad abbracciare, a far nostro lo spirito natalizio.
Non c’è bisogno di un occhio attento ed esperto per notare che la sua Natività sia curata in ogni singolo dettaglio. Come la nostra Rosaria pure Giuseppe dà ampiamente spazio alla fantasia anche se, nel suo caso, non può non esserci storia, tradizione, memoria. Una memoria che ci riporta non solo alla nostra tradizione cattolica cristiana ma anche alla storia.
Se osserviamo bene il Presepe non possiamo non rilevare i quattro elementi rappresentati e presenti dell’Aria, dell’Acqua, del Fuoco e della Terra, come non possiamo non notare che l’acqua divide due mondi: l’Oriente e l’Occidente. Un Oriente e un Occidente che, è sempre bene sottolinearlo, sono divisi, separati, solo per la congiuntura storica rappresentata ma che, nel quotidiano odierno, vengono vissuti all’interno del “Maria Luigia” con delicata e allo stesso tempo attenta e autentica naturalezza inclusiva. E inclusivi e attuali sono anche i mestieri ancorati al nostro territorio. Non è un caso che all’interno del Presepe non manchi la bancarella col salumiere che affetta un bel prosciutto, simbolo della città di Parma. Una Parma laboriosa che accoglie, che accetta, che integra, che include.
E a proposito di inclusione…
Non possiamo non includere all’interno delle due sopra citate opere d’arte un terzo
“elemento”. Un elemento che non fa solo fede al motto “non c’è due senza tre” ma che
racchiude il collante del lavoro empatico tra persone che ci tengono a far vivere ai ragazzi lo spirito natalizio.
Uno spirito natalizio che è arrivato pure al “corridoio delle medie” grazie
all’educatore Demetrio Buccarella. Demetrio si è dilettato non soltanto con gli addobbi natalizi (che, a onor del vero, grazie ai collaboratori scolastici e ad alcuni educatori troviamo nei vari corridoio della scuola!) ma con la realizzazione di un altro Presepe. Un Presepe sicuramente più essenziale, meno ricco, rispetto a quello dell’educatore Scarpino, ma non per questo meno bello. Forse, a noi non è dato saperlo, la Natività dell’educatore Buccarella è più vissuta dai ragazzi perché collocata in una posizione “di passaggio”. Un passaggio che mette in risalto non soltanto il fermento che quotidianamente si vive all’interno di questa scuola, ma anche la bellezza di ogni singolo operatore della scuola che si mobilita per far sì che l’esperienza dei ragazzi sia sempre significativa. Lasignificatività non sta esclusivamente nella simbologia dell’ “elemento” creato ma nella capacità che esso ha di lanciare un messaggio. E il messaggio dell’educatore Buccarella, come del resto di tutti noi, è forte e chiaro: la Natività non vuol essere un messaggio prettamente cristiano, ma un messaggio ben più ampio, ben più grande, ossia un messaggio di pace, di fratellanza, di solidarietà, di accoglienza. E in una scuola multietnica e multiculturale come la nostra, non può non esserci messaggio e invito più bello.
E a proposito di messaggi, per concludere…
Sereno e solidale Natale a tutti!
Tina Cancilleri
Ultima revisione da CATALDO ROCCO RUSSO