Assemblea d’istituto del 16 marzo all’insegna di alcuni personaggi femminili del territorio parmense
‘‘Sono Donna.’’
Questa frase ha attraversato secoli.
‘‘Sono donna.’’
Ma vorrei davvero essere donna?
Stando ai dati diffusi dall’EURES (EURopean Employment Services - Servizi europei per l'impiego) il mostro del femminicidio continua a mietere vittime; solo in Italia, nel 2020, si parla di 91 donne uccise rispetto alle 99 dell’anno precedente. Più o meno una ogni tre giorni.
Se apparentemente queste cifre parrebbero segnalare una graduale, sebbene minima, riduzione del fenomeno, sono nient’altro che un velo di maya.
Ad essere diminuite sono solo le vittime femminili della criminalità comune.
Familiari, vicini, persone amate continuano ad essere gli aguzzini più crudeli.
Sono aumentati, infatti, i femminicidi all’interno della coppia (il 69,1% rispetto al 65,8% dell’anno passato), mentre nel contesto familiare si sfiora la soglia del 90% 1.
Fino a poco tempo fa ci si è chiesti solo come supportare le donne vittime di violenza verbale, fisica o psicologica, ma la vera domanda è ‘‘cosa bisogna cambiare affinché non sia più necessario questo tipo di supporto?’’.
La sensibilizzazione in questi casi è l’arma migliore.
L'obiettivo è attuare un’opera di prevenzione su larga scala per ridurre a un brutto ricordo ogni episodio di femminicidio.
Ciò che rende la sensibilizzazione così efficace è che può farla chiunque.
Così noi studenti del Maria Luigia abbiamo deciso, nel nostro piccolo, di prendere parte al cambiamento.
Il 16 marzo 2021 il teatro della scuola è stato sede di un’assemblea d’istituto, organizzata nonostante le difficoltà della DAD, interamente dedicata alla figura femminile.
Sapientemente guidata dai nostri rappresentanti d’istituto Federico Caramaschi e Pietro Bertolini, con l’ausilio della prof. Francesca Olivieri, la conversazione è stata impreziosita dall’intervento di personalità di spicco come il Vice Questore di Parma Silvia Gentilini, le sorelle Amoretti e la Vicepresidente Angelica Dallara.
Una scaletta di argomenti tanto spinosi quanto interessanti ha contribuito infine a rendere quella giornata un momento di toccante e istruttivo scambio d’opinioni.
A inaugurare l’assemblea è stato il Vicequestore Silvia Gentilini.
La forza e l’umanità che si intrecciavano nelle sue parole hanno fatto sì che l’intera scuola pendesse dalle sue labbra per tutta la durata del discorso.
Dopo una breve presentazione del suo ruolo, si è entrati nello specifico argomento della violenza di genere.
Il numero dei femminicidi in Italia fino al 16 marzo, ci ha informato, era salito a quattordici vittime.
Ad oggi sono ventidue 2.
Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine il fenomeno continua a crescere e diffondersi, perché quando la denuncia arriva alle orecchie della Polizia, piuttosto che dei Carabinieri, è già troppo tardi.
Analizzando l’origine del problema il Vicequestore ha evidenziato le sue radici culturali; bisogna dunque agire sulla società.
E quali migliori mezzi delle scuole?
Il progetto della polizia di stato contro la violenza sulle donne ‘...Questo non è amore’, di cui ha ampiamente parlato la dott.ssa Gentilini, quest’anno ha deciso di puntare proprio sulla scuola 3.
In occasione di S. Valentino la questura di Savona ha chiesto a circa un migliaio di studenti degli istituti locali di sintetizzare in una parola o in una breve frase cosa per loro è amore e cosa non lo è.
Infatti il saper riconoscere un atteggiamento sbagliato è il primo passo verso la ‘‘guarigione’’.
Interessante e toccante è stato lo spazio dedicato alle domande degli studenti, in cui il Vicequestore ha condiviso esperienze profonde che ancora una volta hanno sottolineato una lodevole forza d’animo.
Dalle sue risposte è emerso come il primo e più importante segnale di allarme sia l’isolamento a cui i carnefici condannano le loro vittime.
Le donne costrette ad affrontare queste situazioni sono sempre più giovani e non avendo un bagaglio di esperienze finiscono col normalizzare atteggiamenti sbagliati e facinorosi.
Per questo è necessario il supporto di scuole e famiglie. La luce in fondo al tunnel c’è, bisogna solo riuscire a vederla.
Ad accogliere il testimone della dott.ssa Gentilini sono state le sorelle Amoretti, armatori della collina e donne in gran carriera, una vera fonte di ispirazione per tutti i giovani presenti.
Affascinante la storia delle loro origini tanto quanto l’esistenza di un’azienda di mare a Parma; tutto inizia a Felino, ‘‘patria dei salumi’’ come definita da Rina, la sorella maggiore.
Nasce qui la prima azienda di trasporti su terra ‘Amoretti Dante’, il nome del nonno, nel 1940, per poi sbarcare a Parma nove anni dopo con la prima stazione di servizio, esistente tutt’oggi.
Dopo qualche anno ci si è resi conto che il percorso di gasolio e combustibili per giungere da Venezia a Parma seguiva il profilo del Po; dunque perché non sfruttare il corso d’acqua e rinnovare i trasporti?
Così nel ‘58 nasce la prima motocisterna fluviale e nel ‘70 la prima unità per navigazione marittima; tutt’oggi il loro patrimonio continua a crescere, grazie ad accordi internazionali e l’aggiunta nuove navi e cisterne, ma soprattutto grazie ad uno staff quasi tutto al femminile.
La famiglia Amoretti ha bandito la differenza di genere e tutti i limitanti stereotipi legati ad essa, guadagnandosi il premio dell’Università Cattolica nella categoria ‘Donne al comando’.
‘‘Rina è stata la prima donna eletta in Europa nel comitato che gestisce il fondo di solidarietà degli armatori sul fronte dei rischi ambientali e Mariella è la prima vicepresidente femminile di Confitarma, la Confederazione italiana degli armatori’’ leggiamo sulla Gazzetta di Parma 4.
Insomma, due pioniere pronte a tenere alto il nome della famiglia ed accogliere con passione l’eredità di papà Odoardo.
Ma non solo.
Due imprenditrici di successo che si occupano del trasporto via mare del prodotto finito dalle aziende di raffinazione ai luoghi di distribuzione.
Ma non solo.
Due ambientaliste attente alla salvaguardia del pianeta; infatti i trasporti marittimi hanno un impatto ambientale minore rispetto all’industria terrestre e riducono al minimo l’inquinamento marittimo.
Curiosa caratteristica delle loro navi è il nome; sono tutti al femminile, tranne uno che rende omaggio al papà Odoardo.
Le due sorelle hanno risposto ridacchiando ai volti stupiti dei ragazzi in ascolto, raccontando come il padre non avesse mai voluto dare il proprio nome a una nave, ma non esitò a omaggiare le due figlie, Mariella e Rina, chiamando Mary la prima imbarcazione della flotta.
Anche le altre donne della famiglia Amoretti hanno visto i propri nomi salpare oltreoceano e, dichiarano le due sorelle, il minimo che si potesse fare per ricordare Odoardo dopo la sua dipartita era affidare il suo nome al mare.
Alla domanda ‘cosa vi piace di più del vostro lavoro?’ Mariella risponde ‘‘il senso di familiarità e vedere il lavoro che gira’’, la consapevolezza di aver creato qualcosa che non rimane fermo, ma porta in tutto il mondo l’essenza delle persone lavorano dietro le quinte.
Ciò che più sorprende nelle loro parole, oltre a una spiccata inclinazione per la gestione degli affari, è un fortissimo senso della famiglia che al giorno d’oggi è più unico che raro.
‘‘Il tempo per i giovani bisogna sempre trovarlo’’. Così inizia il suo intervento Angelica Dallara, Vicepresidente della Dallara Automobili nonché terzo ospite dell’assemblea.
Donna pragmatica che con poche immagini e parole ponderate ha presentato in modo chiaro e diretto l’azienda di famiglia, evidenziando i valori e gli obiettivi in continuo rinnovamento grazie all’incessabile attività di ricerca portata avanti negli anni.
La Dallara automobili nasce nel 1972 e punta tutto sulle automobili da competizione, che oggi costituiscono il 70% della produzione aziendale.
Un altro 25% è dedicato all’automotive, macchine di elevata prestazione in grado di raggiungere velocità altissime (circa 400 Km/h) e da qualche anno ci si è aperti all’aerospace, un settore in cui ‘‘facciamo sia progettazione e soprattutto costruzione in fibra di carbonio’’, spiega la dott.ssa Dallara.
Ricerca e innovazione sono i pilastri dell’azienda, che si distingue per tre ‘‘competenze chiave’’ sviluppate negli anni; progettazione e realizzazione dei materiali compositi in fibra di carbonio che hanno sostituito i classici metalli nella costruzione di aerei, macchine da corsa e navicelle spaziali; non meno importanti sono l’aerodinamica e la dinamica dei veicoli Dallara.
Obiettivo più importante da perseguire è sicuramente la ‘macchina del futuro’, un’auto che si ripropone di abbattere le emissioni di CO2 per contrastare il cambiamento climatico, in linea con la convenzione europea (emissioni ridotte del 50% entro il 2030).
Anche per la Vicepresidente arriva il momento di rispondere ad alcune domande degli studenti; la prima è ‘sareste disposti ad assumere neolaureati? Se si, che tipo di ingegneri cercate di solito?’.
‘‘Assolutamente sì’’ dichiara ‘‘Abbiamo un’età media di trentatré anni in azienda [...], poi ci sono i dirigenti che hanno dai quaranta ai cinquant’anni, ma sono in tutto una quindicina, quindi tutti gli altri sono giovani, massimo di trent’anni. [...] Assumiamo principalmente da materie tecniche, soprattutto ingegneria, meccanica o aeronautica, ma ultimamente anche da elettronica e informatica.’’ Con queste parole la Dallara si è rivelata una possibilità concreta e tangibile per i tanti studenti del Maria Luigia che un giorno intraprenderanno percorsi tecnici.
Naturalmente la pandemia ha messo a dura prova anche un’azienda di questo calibro; le competizioni automobilistiche si sono tutte bloccate e se ci sono state sono ricominciate senza pubblico; questo ha portato gli sponsor a investire meno nelle squadre, non potendo contare sugli introiti degli ingressi. Di conseguenza i regolamenti sono stati cambiati, non sono state richieste nuove vetture e c’è stato un calo del fatturato del 30%. Per risanare le perdite si è pensato di integrare la cassa integrazione con gli utili dell’anno precedente, una scelta estremamente umana a supporto delle famiglie e dei lavoratori ‘‘senza i quali’’ dichiara la Dallara, ‘‘noi non saremmo l’azienda che siamo’’.
Con la terza domanda ci si riavvicina al tema dell’assemblea: ‘‘Essendo la vicepresidentessa di un’azienda di fondamentale importanza nel settore della fisica e dell'automobilistica (che nell’immaginario comune è associato alla figura maschile) quali iniziative nell’azienda di famiglia sono state intraprese per favorire un’uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici anche dal punto di vista delle assunzioni?’’. Stavolta le parole della dott.ssa Dallara ci ricordano una grande verità; oltre ad affermare di non aver mai affrontato sul lavoro differenze legate al genere, precisa che un uomo in gamba vale quanto una donna in gamba, soprattutto nell’ambito della tecnologia nel quale si tende a valutare il risultato finale rispetto alla persona che c’è dietro.
Ci sono dei campi in cui, l’esperienza ha dimostrato, le donne eccellono rispetto agli uomini, per esempio l’aerodinamica computazionale o il calcolo agli elementi finiti, insomma, ambiti in cui è necessaria una grande organizzazione, attitudini di alta precisione e analisi del dettaglio.
La principale preoccupazione manifestata dalle donne che lavorano in ambito tecnico è rivolta alla gestione dei figli e della vita familiare, ma l’azienda Dallara non si tira indietro e offre supporto ai suoi dipendenti, sia donne che uomini. Un esempio è il campo estivo gratuito per i figli dei dipendenti, indipendentemente dall’età (si parte dai 6 mesi), oltre al pre-scuola gratuito o a tariffe agevolate.
Si conclude così questa incredibile esperienza, al termine della quale credo sarà più facile rispondere, anche con un certo orgoglio, alla domanda iniziale. e come solo la musica sa fare, ho trovato una risposta.
Chiara Piccirillo
III A Liceo Classico
Le artiste della scuola- Video:
Riprese di Samuele Spotti, III Classico Europeo
- https://www.eures.it/eures-91-donne-vittime-di-femminicidio-nel-2020-uccisa-1-donna-ogni-3-giorni/
- https://femminicidioitalia.info/lista/2021
- https://www.poliziadistato.it/articolo/156027dfcad4ecc755384978
- https://parma.repubblica.it/cronaca/2021/02/02/news/donne_di_mare_la_amoretti_armatori_group_di_parma-285001630/
Ultima revisione da CATALDO ROCCO RUSSO