Lettera del Direttore Generale Dott. Stefano Versari agli studenti che affronteranno gli Esami di Stato

 

Cari Studenti

alla vigilia degli Esami di Stato 2016, so bene quanto molti di voi siano allarmati, preoccupati, in tensione. Chi non dimostra questi sentimenti, probabilmente, vive la stessa ansia senza manifestarlo. È quanto ognuno di noi ha vissuto quando ha affrontato la stessa prova che ora voi siete chiamati a vivere.

Perché questa agitazione? Sicuramente perché si percepisce che il proprio percorsoscolastico sarà valutato in maniera conclusiva. Credo però ci sia anche altro: il momento dell'esame di Stato costituisce una transizione. In qualche modo si avverte che questo Esamecostituisce un rito di passaggio all'età adulta. La scuola ha fornito l’orizzonte sul quale si è proiettata la vostra vita finora: non soltanto per il tempo trascorso seduti sui banchi, ma per quello passato a studiare, a pensare alla scuola, a parlarne. Gli orari giornalieri, le routine, il calendarioscolastico … Da adesso in poi questo consueto e quotidiano orizzonte, scomparirà.

Andrete a lezione, se vorrete, farete gli esami quando vi sentirete pronti, dipenderà da voi come frazionare lo studio in modo da affrontarlo quotidianamente o diventare “procrastinatori professionisti”, quelli che studiano 20 ore al giorno negli ultimi tre giorni prima dell’esame. Oppure, sperimenterete la non facile ricerca del lavoro e, trovatolo, la altrettanto non facile fase di inserimento nel mondo lavorativo, fatto di regole e modalità di vita del tutto diverse da quelle scolastiche.

Per ora, però, siete ancora a scuola per compiere l’ultimo atto scolastico insieme ai professori che vi valuteranno, che non sono vostri nemici e neppure cerberi inutilmente spietati. Vi invito invece a considerarli come sostenitori del vostro futuro, quando non vi consentono di svendervi e di mirare al minimo possibile.

Cerco di spiegarmi riferendomi ad una intervista che rilasciò il Professore Emerito Mario Verdone, in cui ricordò il suo esame al figlio, l'attore Carlo. Mario Verdone negli anni settanta era Docente universitario di Storia e critica del cinema. Il figlio Carlo Verdone doveva sostenere un esame proprio con il padre. La sera prima dell’esame, il giovane Carlo disse al padre: «Papà, mi raccomando: Bergman e Fellini». Integerrimo, il giorno successivo il padre-professore lo interrogò su tutt'altro: un autore tedesco. Allo stupore del figlio “Papà, mi bocci?”, il padre Mario rispose: “Mi dia del lei. E ora vada”. E lo bocciò.

Sono consapevole che "non porta bene" parlare di bocciature, ma non sto gufandovela. Sto soltanto dicendo che cercare di sfangarla, di trovare sotterfugi, contando sullo stellone o su soluzioni non esattamente corrette, prepararsi meno di quanto potete, non è il miglior modo di trattare voi stessi.

Chi fa così non “gabba” la scuola ma se stesso, perché si abitua a vivere sgattaiolando, anziché a testa alta, viso a viso con il mondo. Molte dichiarazioni di studenti, come voi prossimi agli Esami di Stato, pubblicate sui mass media, sottolineano che l'Esame di Stato non fornisce una valutazione della persona e non è indicatore di una raggiunta “maturità”.

Verissimo, guai se fosse il contrario: la persona non è sottoposta a giudizio, lo sono le sue azioni ovvero, nel caso degli esami, le competenze scolastiche acquisite.

Non si è “maturi” per aver superato un Esame di Stato; ma si inizia ad esserlo quanto questo passaggio viene affrontato con serietà, impegno e rispetto di se stessi, senza ricerca di scorciatoie, di modi di copiare, di farla franca.

Dopo la fine degli esami, la scuola vi saluterà. Sceglierete l'Università, l'istruzione tecnica superiore o il lavoro, in vista delle complesse sfide che la vita vi metterà davanti.

Ora però preparatevi impegnandovi, con semplicità, senza isterismi e senza panico, ma anche senza scorciatoie, strafottenza o incuranza.

Non siete chiamati a essere i più bravi e non dovete stare male.

Siate semplicemente voi stessi, al meglio che potete, domani in sede di esame e dopo.

Prendetevi sul serio per come siete, anche se non siete i più bravi, anche se siete stati un poco somari nello studio, perché il vostro valore come persone non è in discussione a patto che sappiate rispettare voi stessi. Cercate di fare esperienza, cioè di imparare: “esperienza” è ciò che attraversiamo, da cui impariamo e perciò ci cambia. Cambiate imparando dall’esperienza, diventate adulti, amando e rispettando voi stessi e gli altri.

"In bocca al lupo" per oggi e per ogni domani che vi attende.

Stefano Versari

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