2°C Teatro: "Dai Lalatta a Maria Luigia"


DALLA “GAZZETTA DI PARMA” DEL 20/06/2018

 

Un viaggio nella storia di Parma attraverso le magie del teatro.

Da Antonio Lalatta a  Glauco Lombardi, passando per le musiche di Giuseppe Verdi. Senza ovviamente dimenticare Maria Luigia. Perché è proprio lei, la duchessa più amata dai parmigiani, a conferire tuttora il nome a una delle scuole più antiche della città, dove nei giorni scorsi è andato in scena uno spettacolo brillante e coinvolgente, dal titolo programmatico: “La storia siamo noi”. Sì, perché quel “noi” racchiude non solo l’orgoglio del Convitto Maria Luigia, istituzione ovviamente centrale nella storia di Parma, ma anche la consapevolezza, espressa dagli stessi studenti, della storia presente e di quella futura (“quella ancora da scrivere”), di cui tutti siamo attori.

Protagonisti dello spettacolo gli studenti della II C della secondaria di primo grado, guidati, in un articolato progetto didattico, dalla docente di Lettere Alessandra Ghinelli.

Di fronte a un pubblico numeroso e attento, sono stati così portati in scena, nella suggestiva cornice del teatro del Maria Luigia, tre rappresentazioni teatrali, frutto di un percorso didattico sulla storia locale, studiata parallelamente alla grande storia europea e mondiale.

Nella prima rappresentazione, è stata proposta la vicenda di Antonio Lalatta, il fondatore (grazie al lascito testamentario) del più antico collegio, da cui poi è derivato il Maria Luigia. Un personaggio illustre del Cinquecento, il cui affresco spicca tuttora nella Sala dei Giganti. I ragazzi hanno così tracciato un confronto tra passato e presente, nel solco dell’insegnamento di Lalatta, poeta e generoso benefattore di Parma, che vedeva la cultura come fondamento di libertà.

Nel secondo spettacolo, spazio alla vita di Maria Luigia, approdata in città nel 1816 e protagonista di una serie di iniziative sociali di grande rilievo. Perché, come ha efficacemente sottolineato la giovanissima interprete dal palco, “fu amore a prima vista con la città, il suo popolo e il suo territorio”. Fu lei, infatti, che, unendo il collegio fondato grazie alla donazione di Lalatta e il collegio dei Nobili, diede vita alla scuola tuttora a lei dedicata.

Terza e ultima rappresentazione è stata quella dedicata al Museo “Glauco Lombardi”: quattro turiste inglesi alla scoperta dei segreti di questo scrigno parmigiano. Con conversazioni nella lingua di Shakespeare, preparate sotto la guida della docente di Inglese Monica Mattioli.

Al termine dell’esibizione, tantissimi applausi e un ringraziamento particolare per il regista Mario Aroldi del Teatro del Cerchio, che ha lavorato a fianco della professoressa Ghinelli; il rettore Amanzio Toffoloni; Alessandra Montanini dell’Associazione Ducale di Danza e Musica Antica, che ha messo a disposizioni gli abiti di scena; l’associazione “Amici del Maria Luigia”, che ha sostenuto l’iniziativa. E un applauso particolare è andato anche a tre studentesse (Costanza Campanini, Emma Cantarelli e Giulia Cucci), di recente premiate al concorso di poesia della Dante Alighieri. Il tema dei loro versi? “Insieme”, appunto. Un bel modo per concludere un anno scolastico davvero speciale. Perché la storia, anche quella del Maria Luigia, “siamo noi” (non a caso la colonna sonora di De Gregori ha chiuso la serata). Come, anche in questo modo, hanno ben testimoniato gli studenti.

Christian Stocchi

 

 

Allo spettacolo “La storia siamo noi” erano presenti anche due marchesi: Giovanni Ludovico Lalatta e Ludovico Lalatta Costerbosa, discendenti di quell’Antonio da cui ha preso le mosse lo spettacolo, così come la storia remota del Convitto Maria Luigia, che tuttora si trova appunto in Borgo Lalatta 14.

“Vorrei ringraziare i due marchesi – sottolinea l’insegnante Alessandra Ghinelli – la cui preziosa collaborazione risale già all’anno scorso”.

Il primo si è confrontato con i ragazzi, portando una pregevole riproduzione dell’immagine dell’antenato (quella della Sala dei Giganti dell’Istituto), mentre Lalatta Costerbosa ha scritto il copione dedicato ad Antonio e messo in scena dai ragazzi.

Di lui il Lasagni nel “Dizionario biografico dei parmigiani” scrive, tra l’altro:  “Lasciò parecchie opere letterarie, tra cui poesie volgari (un saggio delle quali fu accolto nelle Rime dell’Attanagi, Venezia, 1563), lettere […] e un’Orazione, pubblicata dal Viotti nel 1565”.

Misteriosa la sua morte, nell’anno 1576 quando (da quanto si può ricavare dalle fonti) fu creato Cardinale, “senonché – spiega il Lasagni: l’aneddoto è stato narrato anche nello spettacolo - il nunzio che gli portò la berretta cardinalizia giunse troppo tardi [...]: fu ucciso dai due figli di un confinante, per ragioni rimaste ignote”.

Christian Stocchi

Teatro Da LALATTA a MARIALUIGIA

Ultima revisione da CATALDO ROCCO RUSSO